«Conveniva essere prudenti con lei. Non era una donna qualunque: era una strega!»
Il fuoco crepitava spargendo ovunque ombre e scintille e il volto rugoso del vecchio sembrava un campo arato.
«Non c’era modo di avvicinarla e restare in superficie. Era come un gorgo marino, un sottobosco intricato, sembrava indifesa e invece era pericolosa.»
La voce dell’uomo aveva scoppiettii inattesi come il fuoco, mentre la mano nodosa disegnava un vortice nell’aria. Tutti ascoltavano in silenzio.
«Ogni ciocca dei suoi capelli sapeva diventare un laccio, ogni balza della sua veste una coperta calda nelle notti di gelo.»
Uno sbuffo di fumo gli offuscò gli occhi guizzanti che si strinsero come se stessero fissando un oggetto molto lontano.
«La cosa peggiore erano i suoi pensieri, le storie che raccontava e il colmo della disgrazia erano i suoi sogni. Tutti sapevano di un cavaliere che si era smarrito in essi e non era più tornato.»
Tacque un istante e il silenzio si fece denso.
«Si diceva che vi fosse entrato dalla via dei suoi occhi, occhi di strega, ti dico. Verdi come laghetti d’alta quota e cupi come boschi al calar del sole. Era una e mille donne insieme. Molto meglio restare alla larga. Molto meglio, ti dico!»
Battè un pugno nel palmo e lo schiocco fece trasalire tutti. Girò lo sguardo sui volti illuminati dal fuoco. Gustò l’effetto delle sue parole e sembrò rilassarsi appena.
«Meglio alla larga.»
Ripeté con voce diversa.
«Io l’ho vista una volta sola.»
Il suo viso si distese nella memoria e fu come se andasse lontano.
«Minuta, leggera, la vita sottile, agile e sfuggente come un cerbiatto. E sorrideva.»
Si fermò, con le labbra dischiuse, come se la stesse vedendo in quel momento. Un secondo d’estasi, poi i suoi occhi tornarono, le rughe si scavarono e la voce graffiò l’aria.
«Una strega, ti dico! Una maledetta strega!»
©️AngelicaNobiliCosta
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