Se ti scrivo…

C’è una sola cosa che scriviamo per noi stessi ed è la lista della spesa… diceva un maestro del calibro di Umberto Eco. Beh, non so tu come la pensi, ma non sarò io a dargli torto.

Scrivere e poi pubblicare perché altri leggano è sempre come scrivere a qualcuno, inviare una lettera anche se non si sa bene a chi. La prima immagine che mi viene in mente è ancora quella del messaggio nella bottiglia. Una lettera affidata alle onde del mare… senza sapere chi la troverà, chi la leggerà.

Penso, dunque, che se scrivo e poi ti invito a leggere, è un po’ come se ti invitassi a entrare nella mia mente e ti dicessi: “Prego, accomodati, siediti un po’ qui e ti racconterò…”.

Com’è la mia mente?

Eh! Eh! Sorrido già…

La mia mente è un luogo col bello il cattivo tempo, un luogo mutevole, difficile da esplorare.

A volte è un giardino fiorito, con aiuole curate, vialetti perfetti, farfalle colorate, erba verde e ghiaia bianca, altre volte, nello stesso giardino sembra che sotto terra siano passate squadre di talpe con la labirintite, in superficie mandrie di bufali imbufaliti e in aria piccioni, a frotte… stile Calle dei piccioni… alla Fantozzi a Venezia.

Niente paura, ti invito a entrare solo quando il giardino è curato e fiorito e ti dico: “Vieni!”

Perché dovresti entrarci? Cosa troverai?

Sogni, il più delle volte, riflessioni, qualche altra e idee, altre ancora.

Scoprirai che per me scrivere vuol dire uscire allo scoperto restando al sicuro, mostrarti il mio volto senza togliere la maschera, condividere un sogno, un sorriso, continuare a parlare… e le storie che ti racconto sono porte su mondi e vite che esistono solo per me e, se accetti l’invito, anche per te.

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